𝗟𝗮 𝗖𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗶𝗻 𝗮𝘇𝗶𝗲𝗻𝗱𝗮: 𝘂𝗻 𝗮𝘁𝘁𝗶𝘃𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗲𝗻𝗲𝗿𝗴𝗶𝗮

Una comunicazione efficace e ben impostata può davvero diventare un punto di forza e di differenziazione per un’azienda ed essere il segreto per far accrescere il suo potenziale.

Affinché la comunicazione sia efficace deve essere chiaracorrettacompletaconcisa e consapevole. Queste vengono definire “le 5 C della comunicazione”.

Quali sono gli ostacoli a una comunicazione efficace?

I reali ostacoli a una comunicazione aziendale davvero efficace sono principalmente tre:

  1.  Mancanza di attenzione. in un’organizzazione in cui la comunicazione non è prioritaria, le riunioni sono inefficienti e inefficaci. Il risultato ottenuto è che ogni membro del team si sente sovraccarico di lavoro, poco informato e generalmente insoddisfatto. Non esattamente una situazione vantaggiosa per l’azienda.
  2. Mancanza di obiettivo. Se un’azienda non riesce a comunicare la propria visione e il proprio scopo, li ha di fatto poco chiari. Lavorare sulla corretta definizione degli obiettivi può portare enormi benefici nel lungo periodo.
  3. Mancanza di credibilità. Come azienda, il modo in cui obiettivi e innovazioni vengono rappresentati, sia all’interno che all’esterno, attraverso le riunioni con i dipendenti, con i clienti o con il pubblico, ha un impatto immediato sulle metriche aziendali. Senza una comunicazione chiara ed efficace, tutto si affievolisce.

Una strategia ben strutturata consiste nell’applicazione di un insieme di molteplici azioni comunicative, che non devono “viaggiare” in modo confuso, ma essere convergenti e rivolte verso uno scopo ben delineato, in modo da produrre effetti tangibili. Entro un tempo stabilito.

Per implementare la strategia bisognerebbe mettere in atto un lavoro di focusing, avere una visione limpida di cosa vogliamo ottenere.

Cosa vogliamo ottenere?

Senza saper rispondere a questa domanda, è inutile partire con ogni pianificazione delle attività.

Ciò che potrebbe determinare il successo della strategia non è mai il volume dei messaggi che l’azienda sarà in grado di pianificare e produrre, quanto la congruenza della content strategy, la corretta identificazione del target di riferimento e la qualità dei messaggi che veicolano, in relazione agli obiettivi da raggiungere.

Energia di attivazione: obiettivi comunicativi

La strategia di comunicazione deve avere energia di attivazione.

    L’attivazione accende interi processi e li alimenta, genera risultati che possono determinare cambiamenti misurabili anche nel breve termine, mettendo in moto le potenzialità dell’azienda. 

    Affinché la reazione avvenga efficacemente, dovremo attivare sinergicamente più azioni comunicative, orientate verso il raggiungimento del macro-obiettivo, attentamente selezionato e delimitato, che non dovrà ridursi a un generico e quanto mai effimero “incremento della brand awareness”. Questo obiettivo è bramato da tutte le imprese, e nessuna organizzazione vuole cadere nel calderone della massa che insegue lo stesso scopo.

    La differenziazione, intesa in termini di impatto, approccio e metodologia, è la finalità da perseguire.

    Per uscire dall’anonimato, dall’indifferenza e dal caos comunicativo, la strategia dovrà infatti sopperire alla lacuna di mezzi comunicativi.

    Ma come possiamo farlo fattivamente?

    Solamente seguendo il doppio binario:

    -sviluppando azioni e messaggi in grado di superare il “rumore di fondo”

     -andando a determinare effetti (reazioni o azioni) tangibili e misurabili sul target pre-localizzato.

    Da questo elenco, ne consegue una domanda: chi è il nostro target?

    È fondamentale partire da questo presupposto: a chi vogliamo comunicare?

    Tutta la strategia si concentra sulle potenzialità del metodo comunicativo, che può generare ricadute già nell’immediato. Ipotizziamo, come primo indicatore di successo della strategia, la creazione di un buon livello di engagement. Ad ogni modo, la corretta definizione del target è alla base del successo.

    I benefici dell’efficacia della comunicazione possono essere riscontrati sul posto di lavoro, in un ambiente educativo e nella vita personale. Imparare a comunicare bene può essere un vantaggio in ognuno di questi ambiti.

    Sul posto di lavoro, una comunicazione efficace e strategica può aiutare a:

    • Gestire i dipendenti e creare gruppi di lavoro affiatati
    • Far crescere più rapidamente l’organizzazione e trattenere i talenti
    • Beneficiare di una maggiore creatività e innovazione
    • Costruire relazioni solide e attrarre maggiori opportunità di partnership
    • Migliorare la salute sociale, emotiva e mentale del personale
    • Gettare le basi per legami lavorativi basati sulla fiducia e sulla trasparenza
    • Migliorare la capacità di risoluzione dei problemi e dei conflitti

    Per quanto concerne le realtà imprenditoriali, la gratificazione maggiore che potrebbe derivare dalla corretta impostazione della strategia, sarebbe senz’altro l’impatto che il nostro modo di comunicare può generare a livello non solo economico locale, ma soprattutto a livello più profondo. Una qualsiasi azienda dovrebbe puntare a un cambiamento di mentalità su più fronti.

    L’obiettivo trainante, e il motore dell’intera comunicazione, è dunque la diffusione di una cultura imprenditoriale innovativa, da rendere replicabile anche da parte di imprese con sistemi organizzativi e mindset diversi dalla nostra.

    Non esistono ricette infallibili, bisogna migliorarsi passo dopo passo ottimizzando i processi, errore dopo errore (ogni strategia che abbia un fondamento di concretezza, tiene ben presente la probabilità, molto elevata, che risulti fallimentare e non raggiunga gli indicatori di performance che ne definiscono il successo).

    Missione della comunicazione

    Nella definizione della Missione, un’azienda può permettersi di esulare da un linguaggio troppo tecnico, eccessivamente freddo e distaccato. Per raccontare la missione della nostra azienda dovremmo definire un modo di comunicare differente, utilizzando anche un linguaggio meno borioso per suscitare un interesse emotivo nella persona che si avvicina alla nostra società. Bisogna creare vicinanza di visione e alimentare la condivisione di idee. La chiave, in quest’ottica, è la necessità di porre limiti netti su chi non vogliamo essere o attrarre.

    La missione della comunicazione è l’accrescimento di consapevolezza, di responsabilità nel riconoscerci come potenziali fautori di un cambiamento, portatori di un metodo imprenditoriale realmente innovativo e consapevole, metodo che non dovrà mai essere fomentato per mera autocelebrazione, ad oggi questa frivolezza aziendale rappresenta il maggior spreco di energie e risorse.  La nostra mission deve essere centrata sullo sviluppo sociale ed economico, ma questi non vanno mai confusi con gli obiettivi di crescita aziendali.

    La comunicazione andrebbe diretta verso una presa di coscienza, nel porre la nostra azienda come facilitatrice e accompagnarla verso una cultura imprenditoriale, sempre meno tradizionalista e più consapevole, incentrata su una prosperità attuabile a più livelli.

    Ma come possiamo mantenere questa rotta, senza deviare dalla nostra missione? Con la chiarezza, la congruenza, la determinazione e la costanza di toni, contenuti, bersagli e obiettivi.

    È attraverso lo sviluppo di una comunicazione efficace che l’azienda crea benefici sia nel breve sia nel lungo termine. Attraverso le nostre scelte comunicative è possibile sviluppare una buona leadership, l’empatia, l’ascolto attivo. L’organizzazione deve impegnarsi a migliorare la comunicazione interna ed esterna perché il potenziale personale e collettivo possa emergere.

    Non sarà di certo semplice, il solo setting di una missione possiede una componente di coraggio, di sfida ed è nobile di per sé, ma non possiamo permetterci di credere nell’ottenimento di risultati senza sforzi creativi o intellettuali, soprattutto quando il risultato sperato non è utile solo per noi in quanto azienda in via di affermazione.

    La comunicazione aziendale dovrebbe essere mirata a dare un contributo al benessere della comunità, servire e rendersi utile. Senza questi presupposti la missione rimane una coltre di etica inafferrabile e ha un fine solo: ricavi. E i ricavi sono una conseguenza, non possono essere il nostro ultimo scopo.

    La formulazione stessa della mission comunicativa, richiama bisogni di miglioramento sociale, di realizzazione di propositi di crescita, positività, abbondanza e sviluppo. E questi aspetti possono essere dei reali vantaggi competitivi rispetto ai competitors.

    Come migliorare la comunicazione aziendale

    La comunicazione, come qualsiasi altra abilità, può essere migliorata con la pratica. Ecco alcuni modi per iniziare a migliorare le capacità di comunicazione.

    1. Considerate il vostro pubblico. Con chi state comunicando? Assicurarsi di di conoscere il vostro interlocutore: l’età, la cultura, il genere, lo stato civile, il ruolo in azienda, il livello di istruzione, le conoscenze in materia e l’esperienza professionale possono influire sul modo in cui riceveranno il messaggio.
    2. Praticate l’ascolto attivo, che consiste nel prestare la massima attenzione durante uno scambio di comunicazioni. Alcune tecniche includono l’attenzione al linguaggio del corpo, il fornire segnali verbali incoraggianti, la formulazione di domande e la pratica del non giudizio.
    3. Rendete il vostro messaggio il più chiaro possibile. Una volta individuato con successo il pubblico e ascoltato le sue intenzioni, i suoi bisogni e i suoi desideri, potete tarare registro, tono, livello di difficoltà, tutto nel modo più corretto.
    4. Utilizzare il mezzo o la piattaforma consona al messaggio. L’utilizzo del mezzo o della piattaforma giusta per comunicare è impattante. Una comunicazione efficace richiede di valutare se è necessario incontrarsi di persona o se è sufficiente Zoom.

    Le persone non decidono di prestare attenzione a chi grida ai quattro venti per farsi ascoltare, ma a chi ispira loro fiducia.

    L’obiettivo è rendere meno “estraneo” il brand agli occhi dei potenziali clienti, far loro percepire che l’azienda non è un “nemico”, ma uno spazio in cui albergano trasparenza, competenza e affidabilità, in cui il massimo beneficio reciproco è la base di ogni possibile collaborazione.

    Il pensiero strategico dovrà, dunque, comunicare i nostri valori, sogni imprenditoriali e i modi attraverso i quali vogliamo raggiungerli. Il nostro cliente ideale dovrà riconoscersi nella visione, nell’impegno diretto alla consapevolezza e la volontà di differenziazione rispetto alla massa.

    Selezionati questi punti come la chiave dell’efficacia comunicativa della propria realtà, la diffusione degli stessi potrebbe generare punti di approdo interessanti anche per altre organizzazioni.

    Il nostro goal è fare chiarezza sul contenuto e sui destinatari, sulle persone, non solo concepite come audience che la nostra comunicazione andrà a bersagliare.

    Per concludere, possiamo rinvenire tre ingredienti che fanno la differenza in quanto a efficacia comunicativa: l’armonia, la coerenza e la cooperazione. E queste componenti, se ben dosate, si ergeranno a linee guida trasversali per ogni azienda che si affaccia sul mondo digitale e vuole affermare la sua presenza online.

    La peculiarità del messaggio comunicativo va, dunque, intesa come responsabilità individuale di ciascuno di noi. E ciascuno di noi, con le proprie caratteristiche uniche, sarà in grado di accrescere il vantaggio competitivo dell’intero ecosistema azienda.

    Può un’impresa al giorno d’oggi sopravvivere senza comunicazione?

    Naturalmente no, o perlomeno, non più.