Report di sostenibilità: guida allo strumento

Negli ultimi due decenni, è emerso un crescente consenso tra accademici, leader aziendali e dirigenti di ONG sulla necessità di integrare pratiche sostenibili nelle strategie aziendali. Questo approccio, che mira a coniugare prosperità economica e responsabilità sociale, ha portato a un aumento esponenziale della produzione di rapporti di sostenibilità e dell’interesse per gli investimenti ESG (Environmental, Social, Governance). Tuttavia, un’analisi più attenta suggerisce che, nonostante i progressi apparenti, l’impatto reale di queste iniziative è stato spesso sopravvalutato.

In primo luogo, l’impegno delle aziende nella misurazione della sostenibilità ha effettivamente dimostrato di migliorare i loro bilanci ESG. Le aziende che misurano e comunicano le loro performance in materia di sostenibilità tendono a ottenere risultati migliori, sia in termini di reputazione che di ritorno per gli azionisti. Tuttavia, il problema principale emerge quando ci si rende conto che, nonostante l’aumento dei rapporti di sostenibilità, le emissioni globali di anidride carbonica continuano a salire. Questo segnala una disconnessione tra la misurazione delle performance e i reali cambiamenti comportamentali e operativi.

Un’altra questione da non sottovalutare riguarda la qualità e la trasparenza dei rapporti di sostenibilità. La mancanza di standardizzazione e di obbligatorietà nella rendicontazione porta a dati che sono spesso incompleti e fuorvianti. Questo fenomeno, noto come “greenwishing”, suggerisce che molte aziende si limitano a presentare un’immagine di sostenibilità senza realmente impegnarsi in cambiamenti significativi. La responsabilità di questo fallimento deve essere condivisa, in parte da chi ha lavorato per promuovere l’idea che la misurazione e la trasparenza siano sufficienti a garantire un cambiamento reale.

La nostra esperienza in Techinn, dati alla mano, ci conferma che, sebbene sia possibile ottenere riconoscimenti e risultati positivi nel breve termine, modificare l’intero sistema di concorrenza è un compito complesso. Le aziende non possono cambiare da sole; è necessario un quadro normativo e di mercato che favorisca la sostenibilità. E professionisti capaci di supportare la transizione.

L’ossessione per i rapporti di sostenibilità ha portato a una sorta di distrazione collettiva. Invece di concentrarsi su cambiamenti strutturali e su una vera responsabilità sociale, le aziende si sono spesso concentrate sull’ottimizzazione dei loro indicatori ESG. È come se un individuo decidesse di seguire una dieta, contando ossessivamente le calorie, ma continuando a mangiare cibi poco salutari. Questo approccio porta a una sorta di falsa sicurezza, dove le aziende possono sentirsi a posto senza affrontare le reali sfide ambientali e sociali.

Un altro limite evidente è la difficoltà di tracciare e misurare le emissioni di gas serra, specialmente quelle della “sfera 3”, che comprendono tutte le emissioni associate alla catena di fornitura e all’uso dei prodotti. Questo aspetto complesso richiede una trasparenza che molti settori, inclusi moda e alimentare, non riescono ancora a garantire.

La questione della sostenibilità non può essere ridotta a una semplice misurazione o a rapporti annuali. È necessaria una visione a lungo termine che vada oltre il profitto immediato. Le aziende devono abbracciare obiettivi ambiziosi e scientificamente validi, ma soprattutto, è essenziale che queste iniziative siano verificate da enti indipendenti.

Inoltre, l’attuale domanda di investimenti sostenibili, pur essendo in crescita, presenta delle contraddizioni. Molti fondi ESG si basano su criteri di esclusione piuttosto che su un reale impegno a favore di pratiche sostenibili. Questo porta a una situazione in cui gli investimenti “sostenibili” possono sembrare più un’etichetta di marketing che un impegno concreto per il cambiamento.

Per affrontare le sfide sociali e ambientali, è di fondamentale importanza rivedere le regole del gioco. Ciò significa creare incentivi affinché le aziende non solo dichiarino di essere sostenibili, ma adottino pratiche effettive per ridurre l’impatto ambientale e sociale delle loro operazioni. Gli investitori e i consumatori devono anche svolgere un ruolo attivo nel richiedere cambiamenti significativi e misurabili.

Sebbene l’approccio ESG abbia aperto la strada a discussioni necessarie sulla sostenibilità, è evidente che la strada da percorrere è ancora lunga. Il cambiamento reale richiede un impegno collettivo da parte di aziende, investitori e governi per costruire un sistema economico che non solo generi profitto, ma che contribuisca anche al benessere del pianeta e delle generazioni future. Solo allora potremo sperare di superare la crisi climatica e sociale che ci attanaglia.

E la tua azienda a che punto è in fatto di report di sostenibilità? Contattaci e parliamone insieme. info@techinnsrl.com