La risposta dell’Estonia alla crisi come esempio da seguire

L’Estonia ha risposto in modo sorprendente alla crisi causata dal coronavirus. Mentre il resto del mondo corre ai ripari l’Estonia diventa esempio di leadership e di utilizzo consapevole delle proprie risorse per reagire alla crisi.

Con il nome “Hack the Crisis” (HtC), il governo estone ha organizzato un hack-a-thon online, co-ospitato da Garage48 e Accelerate Estonia.
L’evento è stato creato per cercare idee prototipabili entro le 48 ore successive, 5 delle quali verranno finanziate con 5.000 euro ciascuna e seguite nel loro sviluppo per i due mesi successivi.
Durante una pandemia in cui diventa essenziale limitare i contatti tra le persone, tutto questo ha potuto essere svolto online – grazie all’eccezionale infrastruttura digitale dell’Estonia – attraverso una piattaforma flessibile e resiliente.

Ciò che ha colpito, è stata la velocità con cui tutti si sono mobilitati.
In una settimana, l’Estonia è passata dal paziente zero a 135 casi confermati. Oltre 650 persone hanno inviato 80 idee e due giorni dopo si contavano 1.000 partecipanti e 30 squadre.

L’occhio degli investitori è da sempre puntato su questo paese che conta circa 1,3 milioni di persone e che ha visto nascere almeno quattro unicorni (a partire da Skype) e il cui governo è ampiamente riconosciuto come un pioniere digitale, pubblicizzato come “e-Estonia”.

Mikk Vainik, Head of Accelerate Estonia, ha spiegato: “La collaborazione tra governo e startup è nel DNA della nostra società. Questo è solo un altro esempio, ma questa volta la risposta è più virale, coinvolgendo da 0 a 1000 partecipanti da 14 fusi orari in soli due giorni.”

Cosa possiamo imparare quindi dai nostri amici estoni?

In primo luogo, che questa mentalità di ripresa è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno per trasformare la sfida in opportunità e che la tecnologia fornisce già dei validi strumenti per aiutarci a prosperare nonostante e attraverso questa avversità.
Tuttavia, la sperimentazione rapida da sola non è sufficiente e abbiamo bisogno di grandi società, ONG e governo per affrontare sfide cosi su larga scala.
In secondo luogo, appurato che in tempi di crisi le persone vogliano aiutare e spesso cercano modi per contribuire con donazioni personali, immaginiamo quali risorse e talenti potrebbe mobilitare una sfida ben articolata e tempestiva.
L’atto di contribuire fornisce agli individui e alle organizzazioni un senso di progresso e liberazione dal sentirsi impotenti: se è vero quindi che nessuno può controllare una pandemia, possiamo però avere un impatto collettivo.

Viljar Lubi, sottosegretario allo Sviluppo economico dell’Estonia, ha ammonito: “Abbiamo due opzioni: combattere o fuggire. Quando non c’è nessun posto dove correre e abbiamo gli strumenti per combattere, facciamolo. “

Spetta a ciascuno di noi rispondere a questa crisi, individualmente e come comunità, a livello locale e mondiale.