Dark Kitchen e Cloud Kitchen: l’innovazione nel mondo della ristorazione

Il mondo del lavoro così come lo conosciamo, sta evolvendo rapidamente.
I prossimi cambiamenti preannunciano l’entrata in scena di un innovativo modello di lavoro. Cosa sta accadendo?Il continuo sviluppo delle nuove tecnologie digitali farà sì che queste trasformazioni possano diventare durature, impattando sui nostri comportamenti quotidiani.Tutti coloro che non sapranno restare al passo con l’innovazione tecnologica, attraverso modelli e applicazioni sostenibili, non saranno abbastanza competitivi e spariranno. Alcune di queste innovazioni sono già all’ordine del giorno e stanno guidando la digital trasformation: nel mondo della ristorazione sono arrivate le dark e kitchen e le cloud kitchen. Letteralmente “cucine fantasma”, le dark kitchen hanno iniziato ad essere richieste già qualche anno fa, raggiungendo definitivamente il successo durante il 2020. Di conseguenza stanno crescendo anche le cloud kitchen, il livello condiviso delle prime. 

Dark kitchen: cosa sono?

Le dark kitchen sono cucine centralizzate, chiuse al pubblico. Somigliano a laboratori gastronomici, ma qui vengono cucinari piatti e pietanze che hanno lo scopo di raggiungere direttamente la tavola del cliente, a casa, tramite la consegna a domicilio.Ecco perché le dark kitchen sono considerate come il nuovo modello di food delivery. Dalle dark kitchen si passa ad un livello più evoluto, che sta riscuotendo un grande successo: le cloud Kitchen, ovvero grandi locali dove più chef si riuniscono come in un coworking culinario.

Dark kitchen e cloud kitchen: come funzionano?

Le dark kitchen offrono la possibilità di ordinare comodamente da casa un piatto scelto, preparato dallo chef di un ristorante in un luogo chiuso al pubblico, e di poterselo godere direttamente sulla propria tavola, senza la fatica di cucinare, sporcare i fornelli o accendere il forno. 
Spesso, in queste cucine chiuse, lavorano chef di numerosi ristoranti. Ecco che la dark diventa cloud, un modello di cucina condiviso. Non avendo più bisogno di figure come il cameriere, il direttore di sala, il receptionist, i costi si riducono al semplice utilizzo della cucina e all’acquisto di materie prime da cucinare. Una figura che invece è stata aggiunta al processo è quella del rider, che ha il compito di consegnare l’ordine al cliente.
L’ordine avviene tramite App: basta consultare il menu e cliccare sul piatto scelto.

Dark kitchen e cloud kitchen: organizzazione tramite i Dati

Le dark kitchen, tramite il loro modello innovativo, diventano ispiratrici per un nuovo modello di ristorazione in loco. Infatti, tramite i dati dei clienti inseriti nella App, il gestore ottiene numerose informazioni estremamente rilevanti: comprende il target di riferimento, le preferenze dei clienti, quali sono gli ordini più desiderati e come cambiano a seconda della stagione. Questo permette una preparazione a priori, che riduce i costi e aumenta gli investimenti nella produttività.

Cloud Kitchen: quali sono i vantaggi

 L’ultimo anno ha visto crescere notevolmente la domanda grazie al boom del food delivery durante il lockdown nazionale. Questo modello innovativo si sta espandendo sempre di più vita la possibilità di diminuire considerevolmente le spese sia da parte del ristoratore, che risparmia sull’affitto dello spazio adibito al consumo, condividendo costi e servizi, sia per il cliente stesso in termini di spesa finale. Inoltre esistono numerosi vantaggi legati alla flessibilità e all’efficienza della produzione, che riducono le barriere nel mondo lavorativo per i giovani.Oggi il settore della ristorazione e della gastronomia richiede non solo una grande dose di creatività, impegno e passione, ma comporta anche grossi investimenti finanziari e alti costi organizzativi. Questo è un modello innovativo per abbattere i costi e venire incontro alle nuove richieste di mercato. Di fatto le dark kitchen si propongono come cucine professionali in affitto per tutti coloro che desiderano un piatto cucinato con elettrodomestici di qualità, in tempi brevi e senza ricorrere a costi proibitivi.  Le dark kitchen sono un nuovo modello per la produzione di beni e servizi e la nascita di una nuova relazione tra ristoranti e clienti, che adotta la stessa logica dei coworking, ovvero spazi da affittare, per periodi più o meno lunghi, senza doversi addossare spese fisse difficili da sostenere in tempi di magra.Così come sono nate, le dark kitchen si presentano come veri e proprio laboratori attrezzati, con la possibilità di essere affittati per avviare uno o più brand di ristorazione, rivolta esclusivamente al delivery. Un ulteriore vantaggio è quello secondo il quale i brand affittuari vengono aiutati nel risolvere le questioni burocratiche relative alla messa a norma dei locali, nell’accedere a professionisti che li accompagnano nella scelta di figure importanti come avvocati, specialisti della nutrizione, fotografi alimentari o nel ricercare raccolte fondi, strategie social, e molto altro.Questo modello trasforma il food coworking in un incubatore: una cucina di prova e uno spaccio per i marchi emergenti di alimenti e bevande.

 Quali sono le realtà di dark kitchen in Italia e nel mondo? 
Ecco alcuni esempi da cui possiamo trarre ispirazione: 
1.      In italia è arrivata Kuiri la start-up innovativa che, partendo da Milano, promette di rivoluzionare il modo di fare ‘food delivery’ 
2.      A Boston il Food Loft è uno spazio di co-working unico nel suo genere dedicato alle startup food e foodtech. Una vivace comunità che include imprenditori e team che cercano di migliorare l’ecosistema alimentare a Boston e non solo. 
3.      In Canada, il Food Central Cowork è un coworking con sale riunioni, cucine e programmi ad hoc per lo sviluppo di attività legate al settore food ma anche eventi e workshop dedicati. Riunisce imprenditori, fornitori di servizi, istituzioni accademiche e appassionati per perseguire i propri obiettivi, collaborare e scalare le imprese. 
4.      A Hong Kong, Cook Beyond ha deciso di inserire gli elementi del coworking nel suo spazio – si considerano infatti una “cucina ispirata al co-working”, una community di cucine dedicata alla condivisione. 
5.      A Chicago, Hatchery fornisce soluzioni per cucine, coworking e stoccaggio. Questo incubatore di imprese nel food include cucine condivise e private, stoccaggio freddo / secco / congelatore, assistenza nella logistica, spazio di coworking, sale riunioni, spazio per eventi e supporto in loco da parte di esperti del settore e una vivace comunità di imprenditori. 
6.      A Amsterdam, Kitchen Republic combina cucine, uffici e spazi per eventi. Questo coworking per chef dà accesso a cucine completamente attrezzate e spazi per uffici di coworking. I membri formano un gruppo unico di imprenditori con iniziative alimentari dal gusto premium, un piano aziendale di forte impatto e una spinta al successo. 
7.      A Austin Capital Kitchens è la più grande cucina commerciale condivisa, incubatore culinario e centro chef. Questo spazio di coworking alimentare è stato ideato nel 2012 e consente di costruire la tua attività in base alle necessità con un rischio e costi di avvio ridotti al minimo. Forniscono inoltre un’atmosfera in cui le startup si mescolano a esperti venditori, cancellando di fatto la barriera all’avvio di un’attività alimentare. 
8.      A Vienna, HERD è una cucina coworking di 700 m² completamente attrezzata che offre non solo servizi di cucina professionale, ma anche know-how. Entrando a far parte di HERD, gli imprenditori del settore alimentare evitano grossi rischi e l’impegno di costruire la propria cucina e ottengono molteplici servizi come il proprio magazzino, una produzione efficiente, scatole biologiche e lo scambio di idee con i colleghi. 
9.      Infine, a Londra con Mission Kitchen. I fondatori dello spazio di coworking di cucina hanno sperimentato tutti gli ostacoli all’avvio di un’attività alimentare da soli: affitto di spazi, acquisto di attrezzature professionali, certificazioni, ecc. Da questo momento hanno deciso di offrire uno spazio di condivisione di risorse a produttori di cibo, innovatori e imprenditori. 

Se è vero che il food delivery continuerà a diffondersi a macchia d’olio, per le nuove realtà imprenditoriali, questa potrebbe rappresentare una carta vincente da giocare.Gli hub hanno quindi il compito di unire imprenditori, professionali e ispirati, cercando di dare vita ad idee innovative e creative, in un’atmosfera che favorisce gli imprenditori di nuova generazione.